giovedì 6 dicembre 2007

Considerazioni conclusive

Cosa si intende, dunque, per multimedialità e cosa significa insegnare con e nella multimedialità? Il termine assume numerosi significati, anche diversi tra loro.
Una definizione molto semplice e, forse, un pò riduttiva del concetto di multimedialità è quella che si riferisce ad una pluralità di linguaggi (scritti, sonori, visivi) integrati in un unico supporto. In realtà, oggi si è sempre più portati a pensare alla multimedialità come ad "un canale diverso", un linguaggio innovativo, "un unico, nuovo oggetto comunicativo" (1), distinto dagli altri (ipermedialità). Alcune considerazioni sulla valenza educativa dei principali strumenti multimediali, utilizzati in questo percorso didattico, sono già state espresse nei post precedenti. In sintesi, si può affermare che se l'apprendimento nei sistemi tradizionali è "esplicito, passivo e rigido", nei sistemi ipermediali diventa "implicito, attivo e flessibile"(2). La multimedialità facilita l'acquisizione delle conoscenze perchè opera ad un elevato grado di bimodalità (cfr. post relativo all'argomento). Molti studiosi sono concordi nell'affermare che il vero vantaggio dell'ipermedialità in ambito didattico risiede nei processi che essa mette in pratica. Navigando negli ipertesti, gli studenti imparano a non considerare gli argomenti come blocchi monumentali isolati tra loro, si abituano, inoltre, a cercare le informazioni autonomamente, a considerare un medesimo concetto da diversi punti di vista. La logica multimediale assomiglia molto al
modus operandi della mente umana: "lo spazio mentale e quello immaginativo sono già multimediali (...) in quanto attingono da ogni dove, e utilizzano una miriade di materiali, schemi, collegamenti.(3)" Il mutimedia riscuote un grosso successo nei giovani d'oggi poichè opera per "immersione", cioè coinvolge corpo e mente. Le pratiche della lettura e dello studio cambiano profondamente per chi è cresciuto attraverso le esperienze dell'audiovisione e della multimedialità. La scuola non può ignorare queste trasformazioni radicali e dovrebbe trovare un punto di incontro tra le diverse "modalità". L'impiego delle nuove tecnologie ha un forte impatto anche sul ruolo dell'insegnante, che dovrebbe risultarne arricchito di nuove competenze e agire, non solo come facilitatore dell'apprendimento, ma anche come organizzatore del processo e gestore di materiali. La scuola deve però fronteggiare il problema dello sforzo economico richiesto per dotarsi di questi strumenti e del rischio che all'acquisto non consegua l'effettivo utilizzo degli stessi. Diventa così fondamentale la formazione degli insegnanti, in particolare quelli che si occupano di materie umanistiche.

(1)
Porcelli Gianfranco, Dolci Roberto, "Multimedialità e insegnamenti linguistici", Torino, UTET, 1999, p.47.
(2) Maragliano Roberto, "Nuovo manuale di didattica multimediale" Laterza, Roma, 1998, p.166.
(3) Ivi, p.12.


WWW e ipertesti

L'ipertesto è inteso come una molteplicità di testi, unità autonome e autosufficienti (definiti nodi), uniti tra loro da collegamenti (links) "che mettono in comunicazione un testo con un altro mediante associazioni o gerarchie"(1) L'ipertesto spezza quindi la linearità del testo tradizionale e consente di organizzare le informazioni in modo non sequenziale. Internet è l'ipertesto per antonomasia. Nell'era della digitalizzazione il materiale scritto non è più monumentale, isolato, univoco, bensì fluido, mobile, interattivo. La scrittura online, inoltre, integra due paradigmi, fino a poco tempo fa contrapposti: la testualità e l'oralità. I testi sul web hanno anche forti componenti di spontaneità ed espressività, uniscono il verbale al non verbale, danno la possibilità di interagire per negozioare i significati (2). Una delle applicazioni più favorevoli dell'ipertesto è l'educazione letteraria. Questo per due motivi fondamentali:
  1. l'ipertesto pone un accento sulla centralità del testo,
  2. rende espliciti i collegamenti con il contesto (3)
Scrittura e testo sono allo stesso tempo il motore e il contenuto di internet: gli strumenti con cui il cybernauta si sposta nella rete sono costituiti prevalentemente da scrittura (indirizzi web, links) e, durante la navigazione, si raccolgono soprattutto testi. La struttura associativa delle informazioni sul web, ben si addice allo studio di un testo letterario, imprescindibile dal contesto storico-culturale in cui è stato scritto.

La valenza didattica dell'ipertesto è da ricercarsi in alcune considerazioni fondamentali:
  • Innanzitutto, attiva meccanismi cognitivi che portano alla ricerca delle connessioni tra i vari argomenti,
  • In secondo luogo, poichè internet consente allo studente di scegliere percorsi prsonalizzati, con diversi livelli di approfondimento, egli si sente protagonista del proprio apprendimento, con un conseguente aumento della motivazione,
  • Poichè lo stesso argomento può esere preso in considerazione da più punti di vista, la comprensione è estremamente facilitata,
  • Infine, l'ipertesto aiuta a capire che un argomento non è mai un blocco monolitco a se stante, bensì va relazionato e integrato con altri.
L'educazione attraverso gli ipertesti presenta anche alcuni svantaggi:
  • Il rischio di sovraccarico cognitivo, dato dalla molteplicità delle informazioni disponibili,
  • Il disorientamento, cioè il rischio di perdersi nel mare delle informazioni (4).
Questi problemi possono essere evitati anche con una educazione alla multimedialità, che affianchi l'educazione nella multimedialità (5).

(1) Porcelli Gianfranco, Dolci Roberto, "Multimedialità e insegnamenti linguistici", Torino, UTET, 1999, p.63.
(2) Maragliano Roberto, "Nuovo manuale di didattica multimediale" Laterza, Roma, 1998, p.168.
(3) Porcelli, Dolci, op. cit. pp.55-82.
(4) Ibidem.
(5) Maragliano, op. cit. pp. 173-178

Torna al percorso didattico.

mercoledì 5 dicembre 2007

Power Point, memoria e immagini mentali


La particolare forma di presentazione delle informazioni da parte del computer e nello specifico dei software di presentazione come Power Point, può facilitare non solo la comprensione dei concetti ma anche la memoria e dunque l'apprendimento. In particolare, l'interfaccia grafica, con la sua struttura aperta, basata sulla disposizione mobile degli elementi, sull'associazione, l'analogia e la differenza, sull'orizzontalità, richiama quelle immagini mentali o concettualizzazioni che la memoria utilizza per fissare in sé gli elementi acquisiti. Gli studi e gli esperimenti sulla memoria verbale dimostrano infatti che ricordare frammenti lineari o liste di vocaboli senza senso è molto più complicato che memorizzare elementi riuniti in contesti significativi oppure associati ad immagini o suoni. Inoltre, ricordiamo ciò a cui prestiamo attenzione, ciò che è rivestito di una particolare rilevanza o salienza emotiva. Molte parole o espressioni, specialmente in lingua straniera, sono associate a fatti, persone, testi, luoghi che ci hanno colpito.(1) La nostra mente opera appunto sulla base di immagini più o meno complesse. Ebbene, la possibilità, in programmi come Power Point, di sottolineare la rilevanza di certe nozioni, associandole a particolari colori o caratteri grafici e la facilità nello strutturare e organzzare le informazioni, ben si addicono ai processi di memorizzazione. Questo discorso, però, non è generalizzabile e chiama in causa una variabile fondamentale, cioè gli stili di apprendimento che possono essere anche molto diversi. Non tutti i discenti beneficieranno allo stesso modo di una strategia didattica, ma, senza dubbio, più le metodologie saranno diversificate, più andranno incontro ai diversi stili cognitivi.

(1) Porcelli Gianfranco, Dolci Roberto, Multimedialità e insegnamenti linguistici, UTET, Torino, 1999.

Torna al percorso didattico.


Dvd e film in lingua originale


La visione del film in lingua originale crea un ambiente di apprendimento più naturale, dove ascolto, visione e lettura (dei sottotitoli) si integrano. Ne consegue che queste abilità, fondamentali nell'apprendimento delle lingue straniere, vengono attivate in un'unica azione globale, proprio come succederebbe in un contesto comunicativo reale. Si pensi, per esempio a quando in un paese straniero dobbiamo leggere i tabelloni con gli orari dei treni e nel contempo ascoltare gli annunci dello speaker. Il dvd è in questo senso una glottotecnologia, che ben si addice ai moderni approcci comunicativo e umanistico-affettivo, una serie di metodi e orientamenti glottodidattici sviluppati a partire dagli anni sessanta. Questi approcci, ancora oggi ritenuti imprescindibili, si basano su una concezione di fondo: non si insegna a menti disincarnate, a pure intelligenze, bensì alla persona nella sua totalità, composta da elementi fisici, razionali, spirituali. Il cervello è collegato all'apparato fonatorio e quindi anche all'udito, il parlare è accompagnato dal gesto e influenzato dallo stato emotivo dell'individuo: l'esperienza linguistica è totale. Di conseguenza l'apprendimento linguistico deve coinvolgere la totalità del discente. Le ipotesi formulate da Krashen, noto linguista e fondatore del "metodo naturale"(1), scompongono l'atto di "imparare" in due modalità distinte: apprendimento e acquisizione. L'apprendimento è un'azione consapevole, che passa dalla conoscenza esplicita di regole grammaticali e vocaboli, mentre l'acquisizione è un processo inconsapevole che si verifica, per esempio, quando un apprendente si trova immerso in un "bagno linguistico" e, come per osmosi, assorbe le strutture della lingua in questione. La visione del film in lingua originale crea, anche se per poche ore, una situazione di "immersione totale" nella lingua target.


Gli studi di neurolinguistica insistono sull'importanza della bimodalità nella acquisizione di una lingua straniera. Notoriamente, ciascun emisfero del cervello è specializzato in alcune peculiari funzioni. In particolare, la modalità destra è l'insieme delle facoltà di percezione e memoria visiva, sintesi e concretizzazione. La modalità sinistra riguarda invece il linguaggio, la memoria verbale, il pensiero analitico e astratto. La visione di un film, così come altre attività "multimediali", è in grado di operare a un elevato livello di bimodalità, perchè coinvolge la percezione visiva (immagini e caratteri sullo schermo), la prosodia (cioè gli aspetti fonologici) e la semantica dei messaggi.

(1) Serra Borneto Carlo, "C'era una volta il metodo. Tendenze attuali nella didattica delle lingue straniere", Carocci, 1998, pp. 253-265.

Torna al percorso didattico.

Valutazione sommativa

Gli esiti del lavoro di gruppo e dei singoli contributi vengono quantificati secondo la griglia sottostante:



DOVE: A-20 p.ti
B-15 p.ti
C-10 p.ti
D-5 p.ti
E-0 p.ti

CORRISPONDENZA VOTI PUNTEGGIO:

Tot. punti 100
Sufficienza: 60%

Oltre ai già citati parametri, l'insegnante tiene in considerazione anche i numerosi appunti raccolti durante l'osservazione degli studenti per l'intero periodo di svolgimento del progetto. Queste note riguardano l'atteggiamento dei discenti nei confronti delle attività svolte, la predisposizione al lavoro di gruppo, nonchè lo sviluppo progressivo delle abilità linguistiche e delle capacità critiche.

L'esito della verifica è stato positivo, pur con qualche eccezione, la media dei punteggi si situa intorno al sette.



6^ ORA: valutazione formativa


Ambiente: classe
"Media": televisore, lavagna

L'ultima ora a disposizione è dedicata all'analisi e valutazione collettiva dei lavori di presentazione. L'insegnante mostra alla classe i punti salienti del video girato durante la lezione precedente, in modo che l'operato di ogni gruppo sia sottoposto ai compagni per ricevere un giudizio. Fermando di tanto in tanto la riproduzione è possibile anche richiamare l'attenzione sugli errori grammaticali o lessicali più diffusi, che si è scelto di non correggere durante l'attività di presentazione, per non interferire con l'esercizio di libera produzione orale. La classe è invitata a prendere parte alla valutazione e, per facilitare tale compito, viene distribuita una semplice scheda di valutazione pensata sul modello della griglia effettivamente utilizzata dall'insegnante. Inoltre, per sostenere la motivazione e abbassare il filtro affettivo, si è scelto di porre la questione in modo ludico: I ragazzi devono eleggere la migliore performance.

Scheda di valutazione, versione semplificata per la classe:


good!
OK
Not so good
Presentation



Accuracy+Vocabulary



Communication



Contents




Come si può notare dalla griglia proposta, i parametri presi in considerazione al fine di esprimere un giudizio sulle varie prestazioni sono:
  1. L'efficacia della presentazione, cioè la capacità di richamare l'attenzione dei compagni, e di rendere i concetti più chiari, sfruttando gli strumenti multimediali a disposizione;
  2. La correttezza dell'esposizione e l'uso del lessico specifico;
  3. La capacità di comunicare in inglese in modo chiaro e fluente;
  4. La padronanza dell'argomento e la ricchezza dei contenuti presentati.
In sostanza, la valutazione è stata collettivizzata in modo da uscire dalla tradizionale modalità di interazione triadica alunno-insegnante rappresentata nello schema sottostante:

Questa struttura, che pur ha una valenza educativa, vede l'insegnante al centro del processo didattico a discapito del discente, non lascia spazio alla co-costruzione del senso e limita la fase in cui lo studente utilizza la lingua target per comunicare. Socializzando il feedback, invece, si dà più spazio alla discussione, intesa come momento di "metabolizzazione" delle nozioni acquisite. In altre parole, durante le fasi di libera interazione, lo studente può mettere in gioco le proprie conoscenze, riflettere su di esse e, stimolato dai compagni può scoprire modi alternativi di utilizzarle. In questo senso, la valutazione è formativa perchè è volta a potenziare l'apprendimento di tutti i discenti.

martedì 4 dicembre 2007

5^ ORA: class presentation


Ambiente: laboratorio di informatica
Media: computer, videocamera, materiale cartaceo.

In laboratorio viene posizionata una videocamera per registrare le performances degli studenti, che verranno in seguito riviste e analizzate ai fini di una valutazione da parte dell'insegnante e della auto-valutazione dei discenti stessi. Ciascun gruppo ha a disposizione dieci minuti per la propria presentazione mentre il resto della classe è caldamente invitato a prendere appunti. La struttuta di questa attività si basa infatti sul jigsaw cioè su una particolare tecnica dell'apprendimento cooperativo basata sulla creazione di un information gap che spinge i discenti alla condivisione delle informazioni. Come ogni singola tessera di un puzzle è essenziale per il prodotto finale, così il lavoro di ogni gruppo è indispensabile per la comprensione dell'argomento nella sua totalità, poichè ciascuno si è occupato esclusivamente di uno degli aspetti del tema.

I metodi di presentazione scelti dagli studenti sono di diverso genere:
  • Power Point è stato utilizzato da coloro che si sono occupati del periodo storico e del contesto culturale, poichè ben si presta alla visualizzazione cronologica e schematica degli avvenimenti e delle correnti letterarie.
  • La drammatizzazione è servita per presentare in modo alternativo e con un linguaggio più attuale i passi selezionati del romanzo.
  • Cartelloni e immagini sono stati utilizzati per rappresentare in modo visivo la vita dell’autrice e tutti i personaggi che, in quegli anni, hanno gravitato intorno alla sua figura contribuendo alla nascita del romanzo.
Il ruolo dell’insegnante in questa fase è piuttosto marginale e consiste soprattutto nel facilitare la comunicazione tra i discenti, intervenendo solo in caso di incomprensibilità dei messaggi, con domande volte a chiarire eventuali ambiguità e a precisare nozioni lessicali.