Cosa si intende, dunque, per multimedialità e cosa significa insegnare con e nella multimedialità? Il termine assume numerosi significati, anche diversi tra loro.
Una definizione molto semplice e, forse, un pò riduttiva del concetto di multimedialità è quella che si riferisce ad una pluralità di linguaggi (scritti, sonori, visivi) integrati in un unico supporto. In realtà, oggi si è sempre più portati a pensare alla multimedialità come ad "un canale diverso", un linguaggio innovativo, "un unico, nuovo oggetto comunicativo" (1), distinto dagli altri (ipermedialità). Alcune considerazioni sulla valenza educativa dei principali strumenti multimediali, utilizzati in questo percorso didattico, sono già state espresse nei post precedenti. In sintesi, si può affermare che se l'apprendimento nei sistemi tradizionali è "esplicito, passivo e rigido", nei sistemi ipermediali diventa "implicito, attivo e flessibile"(2). La multimedialità facilita l'acquisizione delle conoscenze perchè opera ad un elevato grado di bimodalità (cfr. post relativo all'argomento). Molti studiosi sono concordi nell'affermare che il vero vantaggio dell'ipermedialità in ambito didattico risiede nei processi che essa mette in pratica. Navigando negli ipertesti, gli studenti imparano a non considerare gli argomenti come blocchi monumentali isolati tra loro, si abituano, inoltre, a cercare le informazioni autonomamente, a considerare un medesimo concetto da diversi punti di vista. La logica multimediale assomiglia molto al modus operandi della mente umana: "lo spazio mentale e quello immaginativo sono già multimediali (...) in quanto attingono da ogni dove, e utilizzano una miriade di materiali, schemi, collegamenti.(3)" Il mutimedia riscuote un grosso successo nei giovani d'oggi poichè opera per "immersione", cioè coinvolge corpo e mente. Le pratiche della lettura e dello studio cambiano profondamente per chi è cresciuto attraverso le esperienze dell'audiovisione e della multimedialità. La scuola non può ignorare queste trasformazioni radicali e dovrebbe trovare un punto di incontro tra le diverse "modalità". L'impiego delle nuove tecnologie ha un forte impatto anche sul ruolo dell'insegnante, che dovrebbe risultarne arricchito di nuove competenze e agire, non solo come facilitatore dell'apprendimento, ma anche come organizzatore del processo e gestore di materiali. La scuola deve però fronteggiare il problema dello sforzo economico richiesto per dotarsi di questi strumenti e del rischio che all'acquisto non consegua l'effettivo utilizzo degli stessi. Diventa così fondamentale la formazione degli insegnanti, in particolare quelli che si occupano di materie umanistiche.
(1) Porcelli Gianfranco, Dolci Roberto, "Multimedialità e insegnamenti linguistici", Torino, UTET, 1999, p.47.
(2) Maragliano Roberto, "Nuovo manuale di didattica multimediale" Laterza, Roma, 1998, p.166.
(3) Ivi, p.12.
Una definizione molto semplice e, forse, un pò riduttiva del concetto di multimedialità è quella che si riferisce ad una pluralità di linguaggi (scritti, sonori, visivi) integrati in un unico supporto. In realtà, oggi si è sempre più portati a pensare alla multimedialità come ad "un canale diverso", un linguaggio innovativo, "un unico, nuovo oggetto comunicativo" (1), distinto dagli altri (ipermedialità). Alcune considerazioni sulla valenza educativa dei principali strumenti multimediali, utilizzati in questo percorso didattico, sono già state espresse nei post precedenti. In sintesi, si può affermare che se l'apprendimento nei sistemi tradizionali è "esplicito, passivo e rigido", nei sistemi ipermediali diventa "implicito, attivo e flessibile"(2). La multimedialità facilita l'acquisizione delle conoscenze perchè opera ad un elevato grado di bimodalità (cfr. post relativo all'argomento). Molti studiosi sono concordi nell'affermare che il vero vantaggio dell'ipermedialità in ambito didattico risiede nei processi che essa mette in pratica. Navigando negli ipertesti, gli studenti imparano a non considerare gli argomenti come blocchi monumentali isolati tra loro, si abituano, inoltre, a cercare le informazioni autonomamente, a considerare un medesimo concetto da diversi punti di vista. La logica multimediale assomiglia molto al modus operandi della mente umana: "lo spazio mentale e quello immaginativo sono già multimediali (...) in quanto attingono da ogni dove, e utilizzano una miriade di materiali, schemi, collegamenti.(3)" Il mutimedia riscuote un grosso successo nei giovani d'oggi poichè opera per "immersione", cioè coinvolge corpo e mente. Le pratiche della lettura e dello studio cambiano profondamente per chi è cresciuto attraverso le esperienze dell'audiovisione e della multimedialità. La scuola non può ignorare queste trasformazioni radicali e dovrebbe trovare un punto di incontro tra le diverse "modalità". L'impiego delle nuove tecnologie ha un forte impatto anche sul ruolo dell'insegnante, che dovrebbe risultarne arricchito di nuove competenze e agire, non solo come facilitatore dell'apprendimento, ma anche come organizzatore del processo e gestore di materiali. La scuola deve però fronteggiare il problema dello sforzo economico richiesto per dotarsi di questi strumenti e del rischio che all'acquisto non consegua l'effettivo utilizzo degli stessi. Diventa così fondamentale la formazione degli insegnanti, in particolare quelli che si occupano di materie umanistiche.
(1) Porcelli Gianfranco, Dolci Roberto, "Multimedialità e insegnamenti linguistici", Torino, UTET, 1999, p.47.
(2) Maragliano Roberto, "Nuovo manuale di didattica multimediale" Laterza, Roma, 1998, p.166.
(3) Ivi, p.12.